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È inesaudibile e senza tempo il bisogno umano di conoscenza, eguagliabile solo al bisogno infinito d’amore, e la ricerca, il voler capire, proprio della natura umana, non lascia mai l’uomo indifferente, soprattutto nel diletto dell’indagine. Il testo muove dall’incanto della poesia e, lungo la narrazione, sfocia nella filosofia politica, nell’ambizione, non esaustiva, di amalgamare la naturale ricerca umana, mettersi a servizio della comprensione dell’altro, fondendo teologia, tematiche sociali, giustizia, etica, comunicazione, mai dimentichi che è la Poesia fonte di pensiero divenente. M’interrogo, racconto di me, vestendo i panni di ogni creatura che, similmente, pone le stesse questioni alla vita che vive. Dispiego le vele partendo da un piccolo ruscello, e in esso identifico il divenire dell’esistenza: un lento zampillare che sfocia nell’immenso trepidare del mare. Mi soffermo sulla fanciullezza, la gioventù, la maturità della vita ed espongo analogie e sillogismi applicando l’arte di far partorire la mente scoprendomi ignorate, persuasa che l’intelligenza scopre e abita la nudità dell’essere persona. Esploro, attraverso la vita reale, gli abiti da indossare, abiti che non coprono la nudità ma ne rafforzano esistenza e carattere: le virtù umane a servizio del prossimo; una riflessione ampia sulla comprensione della Libertà e sua pratica sociale, sulla Persona e sua natura indisponibile, sull’Essere Animale Sociale e Politico per natura. La nudità dell’essere, attraverso il pensiero, entra nel grande emporio dei valori umani dimenticati e li richiama a vita, ad abiti di cui rivestire l’umanità impoverita, resasi fragile, assai vulnerabile, disabitata da se. E lo fa attraverso l’incanto della ricerca nell’altro, fragore di coscienza che inquieta. Non possiamo rimanere indifferenti, la vita si nutre e mai di niente, e parlare all’uomo, portarlo a riflettere, è dato che valorizza pienamente la sua nudità.